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La sostenibilità di un’ipoteca è il rapporto tra i costi di finanziamento correnti di un immobile e il reddito del contraente dell’ipoteca. Come regola generale, i costi di finanziamento non dovrebbero essere superiori a un terzo (33%) del reddito lordo. Gli istituti di credito, come banche, assicurazioni e casse pensioni, verificano questo aspetto per assicurarsi che il contraente sia in grado di sostenere i pagamenti degli interessi a lungo termine. Alcuni offerenti concedono anche ipoteche con un parametro più alto per la sostenibilità, ossia quando il reddito è inferiore a un terzo dei costi di finanziamento. Generalmente, tuttavia, la condizione è che si tratti di un’ipoteca a tasso fisso che si regolarizzi nel corso della durata allineandosi alla sostenibilità standard richiesta del 33%.
Gli offerenti di ipoteche devono sapere se i loro clienti sono in grado di sostenere a lungo termine i costi correnti di un’abitazione di proprietà. Ecco perché prestano molta attenzione alla sostenibilità. Essa indica il rapporto tra i costi totali di un’ipoteca e il reddito dell’economia domestica del contraente. La determinazione dei costi totali viene effettuata mediante il cosiddetto calcolo della sostenibilità. Occorre precisare che i costi ipotecari correnti non vengono definiti utilizzando i tassi d’interesse attuali o quelli (effettivi) definiti al momento della stipula. Il calcolo viene effettuato sulla base degli interessi (calcolatori) medi di lungo periodo, in genere compresi tra il 4,5 e il 5%. Questo cosiddetto tasso d’interesse calcolatorio funge da garanzia per i mutuatari, in quanto assicura che non avranno difficoltà di pagamento anche in caso di rialzo dei tassi. I costi di manutenzione e i costi accessori variano, a seconda dell’offerente, dallo 0,5 all’1% del prezzo di acquisto. Per determinare la percentuale esatta, gli istituti di credito si orientano all’età e allo stato energetico dell’immobile. I costi accessori relativi a immobili di nuova costruzione o a edifici vecchi sottoposti a risanamento energetico sono inferiori a quelli degli immobili meno recenti gravati da elevati costi energetici.
Come regola generale, i costi correnti dell’immobile non dovrebbero essere superiori a un terzo (33%) del reddito dell’economia domestica. Quest’ultimo include tutte le entrate regolari, compresa la tredicesima mensilità ed eventuali bonus, che tuttavia vengono solitamente computati in misura ridotta – ad es. al 50% del bonus mensile degli ultimi tre anni.
Il prezzo di acquisto di un immobile è di 1 milione di CHF. Gli acquirenti apportano CHF 200’000 sotto forma di fondi propri e accendono un’ipoteca di CHF 800’000. CHF 650’000 rientrano nella 1a ipoteca e CHF 150’000 nella 2a ipoteca, che deve essere completamente ammortizzata. Il reddito computabile dell’economia domestica degli acquirenti ammonta complessivamente a CHF 200’000 l’anno. I costi di manutenzione e i costi accessori sono calcolati all’1% e il periodo di ammortamento per la 2a ipoteca è di 15 anni.