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La proprietà per piani (in breve PPP) è molto diffusa e popolare in Svizzera. Si tratta di una forma abitativa in cui si acquista una comproprietà di un fondo e dell’immobile costruito su di esso. L’acquirente di un’unità abitativa della proprietà per piani detiene un diritto esclusivo sul proprio appartamento e una quota di comproprietà dell’infrastruttura, in cui rientra, ad esempio, una parte del fondo, della scala, del tetto, del riscaldamento e della facciata. Può inoltre essere previsto un diritto d’uso preclusivo su una porzione di giardino o di terrazza sul tetto. L’acquisto di una proprietà per piani comporta una serie di diritti e doveri.
La quota di comproprietà è la porzione di infrastruttura legata indissolubilmente a un immobile, che comprende, ad esempio, il fondo, l’ingresso, la scala, il tetto, la facciata, gli impianti igienico-sanitari e il riscaldamento. L’infrastruttura rimane sempre di proprietà comune e può essere utilizzata e manutenuta solo congiuntamente. I costi vengono ripartiti secondo la cosiddetta quota di proprietà, che definisce la rispettiva porzione di comproprietà e viene iscritta nel registro fondiario.
Il diritto esclusivo consente ai singoli proprietari di utilizzare e configurare in via esclusiva una parte dell’immobile. Solitamente si tratta del proprio appartamento all’interno di un edificio residenziale. Il diritto esclusivo si estende nella misura in cui non va a ledere i diritti esclusivi di altri e viene annotato nel registro fondiario.
Il diritto d’uso preclusivo, invece, è il diritto di utilizzare in via esclusiva l’infrastruttura comune, senza tuttavia il diritto di modificarla. Solitamente si tratta di una parte del giardino o della terrazza sul tetto che, pur essendo utilizzata in via esclusiva, non può essere modificata senza il consenso degli altri comproprietari. Il diritto d’uso preclusivo è sancito nel regolamento della comunione dei proprietari per piani.
I proprietari per piani condividono locali e porzioni di immobile quali il tetto, la facciata, la scala, l’ascensore, il riscaldamento e i vani tecnici. Ne conseguono diritti e doveri che valgono per l’intera comunione dei proprietari per piani. In questo modo tutti partecipano congiuntamente alla manutenzione e ai costi.
La quota di ciascun condomino nella proprietà per piani viene definita mediante la cosiddetta quota di proprietà. Essa indica la porzione di infrastruttura comune assegnata a ogni condomino e dipende, tra le altre cose, dalla metratura dell’appartamento e dei locali accessori quali cantina o lavanderia e da eventuali diritti d’uso preclusivo relativi al giardino o a un posto auto. La quota di proprietà viene iscritta nel registro fondiario e disciplina anche il diritto di voto all’assemblea dei comproprietari, la partecipazione alle spese di manutenzione e d’esercizio nonché eventuali obblighi di manutenzione.
Il fondo di rinnovamento serve a finanziare futuri risanamenti e interventi di riparazione comuni nella proprietà per piani. I versamenti nel fondo vengono effettuati periodicamente da tutti i comproprietari in base alla loro quota di proprietà. Gli interventi finanziati sono ad es. ristrutturazioni del tetto, lavori alle facciate o la sostituzione della caldaia.
Le decisioni all’interno della comunità per piani vengono prese in occasione dell’assemblea dei comproprietari. Il peso di ciascun voto dipende dalla quota di proprietà delle singole parti iscritta nel registro fondiario. A seconda dell’argomento si applica la maggioranza semplice, qualificata o il principio dell’unanimità – ad esempio in caso di modifiche strutturali, modifiche al regolamento o approvazione del bilancio preventivo.
In una proprietà per piani possono insorgere conflitti dovuti, ad esempio, al rumore, all’utilizzo di locali comuni o a modifiche strutturali. Può essere, ad esempio, che il condomino al piano terra voglia aggiungere un’altalena per bambini in giardino, mentre quello del primo piano non vuole avere un parco giochi di fronte al suo balcone. Queste controversie andrebbero possibilmente risolte attraverso il dialogo o tramite l’amministrazione. Se non dovesse bastare, ci si può rivolgere all’autorità di conciliazione del distretto competente, prima di procedere eventualmente per vie legali ricorrendo al tribunale. Regolamenti chiari e una buona comunicazione aiutano a evitare i conflitti.